“Meschiari ha composto un’opera nomade, dove la saggistica sconfina nei territori della narrativa, e viceversa. Un romanzo-saggio con l’ambizione di esplorare nuove forme di fare antropologia e di raccontarla. E che riesce nell’intento di farci percepire che quel che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico.”
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