«Che cosa possiamo dire quindi? Che il mondo non ha imparato nulla dai propri errori (e questo lo abbiamo visto anche dagli ultimi fatti successi in Siria) e che in fondo il colonialismo non è ancora finito. Queste imposizioni, questa voglia di dover schiacciare il diverso e omogeneizzarlo a cosa porta? Meschiari lo chiarisce bene: i cambiamenti repentini, gli equilibri totalmente sballati, una nuova cultura non scelti, senza alcuna “preparazione” porta gli abitanti ad indebolirsi, alla depressione, ovviamente aumentano l’uso di alcool e droghe, così come i suicidi, è una spinta all’autodistruzione».
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