«Forse l’Antropofiction è stata parte dell’antropologia sin dall’inizio: non è certamente rigorosa dal punto di vista accademico, ma è accessibile a tutti e permette a chiunque di accedere a fatti realmente accaduti senza il velo di verosimiglianza dietro al quale si nasconde ogni romanzo. È una forma di letteratura ibrida, ancora in fase di definizione, che sicuramente rappresenta una nuova frontiera letteraria: non ci sono limiti stilistici o di linguaggio e Meschiari stesso gioca con gli stili e con la lingua nei sette racconti che formano questo primo esempio italiano».
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