«Mascaró è un romanzo deflagrante e prorompente, sensuale come la musica del tango che mezzo secolo fa gli altoparlanti sparavano a tutto volume nelle vie argentine per non far udire le grida dei vessati dalle torture che nelle pagine appaiono sorprendentemente e tragicamente profetiche nella loro atrocità virulenta, che si manifesta ancor più intensamente quanto più forte è il grido di libertà di questa policroma e raffazzonata carovana di personaggi che cercano il senso dell’esistenza. Sublime, e Haroldo Conti è una voce da non dimenticare, mai».
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