«[…] Morandini ha il pregio di aver ricostruito sensorialmente uno spaccato montano in cui, nonostante le temperature benevoli nel momento in cui lo leggevo, ho trovato plausibile esserci. Il lettore ha quasi il ruolo del voyeur, spia senza vergogna il corpo disfatto di Adelmo, il suo rapporto di amicizia con il cane e sa, ancora prima che Adelmo se ne renda conto, quale sia l’unica fine possibile.
È un libro notevole quello di Claudio Morandini, un’opera speciale. Un’opera che scoprirete essere nata da un incontro che lo stesso autore ha avuto mentre passeggiava tra i monti. Se leggerete la postfazione a questo libro scoprirete come, a volte, nascono le storie».
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