«Da Corona a Cognetti la montagna ha assunto – con successo – il ruolo di metafora della ricerca di sé. Il racconto di Morandini sfrutta però atmosfere più buzzatiane, fra inconsce aspirazioni eremitiche e deliri dettati da oscure follie. Lo scenario è quello dei silenzi e delle ritrosie montanare, espresse dalla figura del vecchio Adelmo Farandola, che vive una sua solitudine quasi estrema tra boschi e valloni, lontano dalle voci del mondo […]. La neve, il cane, il piede: enigmi di un disagio cosmico racchiuso in una natura selvaggia, generosa quanto ostile, dove tra pace e silenzio trovano spazio fantasie e leggende».