«Capita che si incocci in una scrittura basilare, nel senso capace di dire le basi, le rocce su cui si abbarbicano le incomprensibili, tragiche e comiche, vite degli umani. E che scatti una gioia sgomenta, qualcosa che si potrebbe, con qualche forzatura o approssimazione, accostare a una sorta di speranza. È il caso di Morandini […]».