«[…] Morandini costruisce un romanzo breve impeccabile, capace di forzare schemi e strutture narrative tradizionali, “schivando il galateo del plot”, senza però mai cedere di una pagina alla cura del dettaglio, alla precisione lessicale, al ritmo musicale della frase. Sembra voler rinunciare a tutto il superfluo, per concentrarsi sull’essenziale, rivelandosi scrittore di cose e non di parole, ma che dalle parole riesce a ricavare risonanze intime, barbagli lirici, visioni […]».