[…] si tratta di un apologo sull’essenzialità, sulla solitudine, sulla rinuncia progressiva ai conforti della vita degli altri, un po’ come ne La strada di McCarthy, ma senza l’apocalissi e con l’ironia a compensare il vuoto di azioni ed eventi. Il cane, un giorno, parla. E parlano in modo del tutto imprevisto altri animali.
[…] Tra apologo kafkiano e tradizione eroicomica, Neve, cane, piede si segnala sin dal titolo per la rarefazione d’ambiente che si trasferisce alla scrittura (o viceversa). […] La vita è il luogo in cui tutto può diventare malinconico o spaventoso, come la terra dopo una nevicata.