«Neve, cane, piede di Claudio Morandini racconta l’oblio gelidamente stravagante, le cose che smarriscono i contorni, i ricordi che si fanno indistinguibili dall’immaginazione, le conversazioni col quadrupede. Finché un giorno un piede umano sbuca dalla neve (“È un piede – fa Adelmo Farandola”, “È dei vostri – fa il cane”) e allora si tratta di capire che ci fa lì. Ma poi non serve sapere; conta solo lo sguardo, che come quello degli altri anacoreti ci rivela il mondo nella sua natura di tragicomico enigma».