Mi sono resa conto che questo è uno dei pochi libri in cui gusto, olfatto, vista, tatto e udito sono ben tangibili attraverso le 144 pagine. Un inizio assai comico ci conduce tra carne secca e salsiccia; vino e burro; patate e cassette di mele. “I larici di un giallo scialbo” non sono “la tavolozza esasperata dei vigneti e dei boschi di ontani e castagni” del fondovalle, ma la percezione forte di un autunno che è subito inverno. Il vento piega e sferza, lo sente addosso Adelmo, come lo sente un qualunque esploratore o viaggiatore in cammino. Gli stessi sensi che ogni vero viaggiatore vuole sviluppare durante un viaggio, non importa che sia vicino all’equatore o sulla più alta delle vette.
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